Incredibile vero? Pare che le inserzioni su Facebook siano sempre relative ai miei interessi. Come mai vediamo alcune promozioni ed altre no? In realtà non è il sistema a decidere cosa vedremo ma sono gli inserzionisti che pagano la pubblicità a decidere chi la deve vedere. La piattaforma ha il difficile compito di profilarvi e decidere chi siete e cosa vi interessa maggiormente.
Ma come è possibile? Diciamo che Facebook parte dal presupposto che le informazioni demografiche (età, la professione, gli studi…) inserite nel vostro profilo siano vere. Certo, mica basta per una profilazione precisa. Ecco che entrano a questo punto in gioco i nostri comportamenti: un like ad una determinata pagina, l’installazione di un’applicazione, la marca e il modello del telefono che avete acquistato, un clic su un determinato contenuto e addirittura la visita ad un sito aziendale. Facebook tiene monitorati anche gli acquisti che fate attraverso il codice (Facebook pixel) che gli ecommerce installano per tracciare le conversioni. Nulla sfugge all’analisi dei Big Data che ci riguardano.

È verificare e aggiornare tutti questi dati in questa splendida pagina, che Facebook ci mette a disposizione: https://www.facebook.com/ads/preferences

Profilare sui dati oggettivi

Le cose a questo punto per un inserzionista sembra semplici, ma così non è. Dal link appena postato potete facilmente notare che non sempre Facebook ci azzecca. Quante volte mi è capitato di ricevere pubblicità di cose che assolutamente non mi interessano! Basta un like anche per errore perchè quel dato faccia parte della profilazione del vostro utente. Il rischio di perdere soldi nelle promozioni è abbastanza concreto.

Ci sono modi per riuscire a spendere meno segmentando maggiormente il pubblico il primo dei quali è basarsi su dati reali. Ad esempio, all’inizio profilavo basandomi sugli interessi degli utenti mal descritti e il molto “rumore” mi permetteva di realizzare minori performance rispetto alla profilazione tarata sui dati.

Profilare sui dati, significa attenersi solo a informazioni reali e oggettive. Se cerchiamo un pubblico facoltoso impostiamo la marca e il modello dell’ultimo Smartphone da 1.000 euro (dato dedotto dalla app), il titolo di studio (dichiarato dall’utente) oppure le persone che viaggiano frequentemente (dato proveniente dai “check in” fatti sull’applicazione).

La migliore segmentazione possibile è fatta da liste di mail ottenute da CRM o campagna di acquisizione contatti e caricate su https://www.facebook.com/ads/manager/audiences/manage/ o da visite al vostro sito o landing page. Installandovi il codice di tracciamento (pixel) potete “trattenere” il pubblico su cui generare un remarketing molto verticale su utenti che già vi conoscono.

Come è facile capire è fondamentale possedere i dati che riguardano i nostri clienti e lead. Chiunque voglia rimanere sul mercato per gli anni a venire deve cercare di ottenere il maggiore numero e la migliore qualità dei dati delle persone con cui viene in contatto. Conoscere il proprio pubblico è fondamentale anche per cercarne uno simile. Facebook mette a disposizione il tool “Lookalike Audience” in cui creare un pubblico dalle caratteristiche simili, accumunato dagli stessi comportamenti e preferenze. Quindi se avete una lista di qualità vi consente di ottenere risultati ottimi. Perché i dati sono utili solo se veritieri.

Buon AD a tutti!

fonte skande.com